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Notiziario parrocchiale della comunità di Colzate e di Bondo edito in occasione della fine Anno pastorale 2009-2010








                  al 10 aprile al 23 maggio 2010 a Torino c’è   tervallo unico e irripetibile nella storia dell’umanità e
                  stata l’ostensione della Sindone, il telo di lino   dell’universo, in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso
           Dconservato nel Duomo della città, sul quale è       non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere
           visibile l’immagine di un uomo che porta segni di mal-  nella morte. La solidarietà più radicale.
           trattamenti e torture compatibili con quelli descritti   In quel “tempo-oltre-il-tempo” Gesù Cristo è “di-
           nella Passione di Gesù. La tradizione identifi ca l’uomo   sceso agli inferi”. Che cosa signifi ca questa espres-
           con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne   sione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato
                                                                fi
           il corpo, nel sepolcro. Domenica 2 maggio Papa Bene-maggio Papa Bene  fi no al punto di entrare nella solitudine estrema e  no al punto di e
           detto XVI si è recato pellegrino per r                              assoluta dell’uomo, dove non arriva a
           venerare l’icona della Sindone. Bene--                              alcun raggio d’amore, dove regna a
           detto XVI si è inginocchiato davanti ti                             l’abbandono totale senza alcuna l’
           al Sacro Telo, si è poi rivolto ai fedeli i                         parola di conforto: “gli inferi”. Gesù p
           offrendo una rifl essione della quale e                              Cristo, rimanendo nella morte, ha C
           riportiamo ampi passaggi.                                           oltrepassato la porta di questa soli-o
                                                                               tudine ultima per guidare anche noi t
              Cari amici, questo è per me un n                                 ad oltrepassarla con Lui. Tutti ab-a
           momento molto atteso. (…) Si può ò                                  biamo sentito qualche volta una sen-b
           dire che la Sindone sia l’Icona del el                              sazione spaventosa di abbandono, e s
           Sabato Santo. Infatti essa è un telo o                              ciò che della morte ci fa più paura c
           sepolcrale, che ha avvolto la salma a                               è proprio questo, come da bambini è
           di un uomo crocifi sso in tutto cor-r-                               abbiamo paura di stare da soli nel a
           rispondente a quanto i Vangeli ci ci                                buio e solo la presenza di una per-b
           dicono di Gesù (…). La Sindone di di                                sona che ci ama ci può rassicurare. s
           Torino ci offre l’immagine di com’e--                               Ecco, proprio questo è accaduto nel E
           ra il suo corpo disteso nella tomba a                               Sabato Santo: nel regno della morte S
                                           cronologicamente
           durante quel tempo, che fu breve cronologicamente    è risuonata la voce di Dio. È successo l’impensabile: è risuonata la voc
           (circa un giorno e mezzo), ma fu immenso, infi nito   che cioè l’Amore è penetrato “negli inferi”: anche nel
           nel suo valore e nel suo signifi cato. Il Sabato Santo è   buio estremo della solitudine umana più assoluta noi
           il giorno del nascondimento di Dio. Nel nostro tempo   possiamo ascoltare una voce che ci chiama e trovare
           l’umanità è diventata particolarmente sensibile al   una mano che ci prende e ci conduce fuori. L’essere
           mistero del Sabato Santo. Il nascondimento di Dio    umano vive per il fatto che è amato e può amare; e se
           fa parte della spiritualità dell’uomo contemporaneo,   anche nello spazio della morte è penetrato l’amore,
           in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un    allora anche là è arrivata la vita. Nell’ora dell’estre-
           vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di   ma solitudine non saremo mai soli: “Passio Christi.
           più. E tuttavia la morte del Figlio di Dio, di Gesù di   Passio hominis”.
           Nazaret ha un aspetto opposto, totalmente positivo,    Questo è il mistero del Sabato Santo! Proprio di là,
           fonte di consolazione e di speranza. E questo mi fa   dal buio della morte del Figlio di Dio, è spuntata la
           pensare al fatto che la sacra Sindone si comporta come   luce di una speranza nuova: la luce della Risurrezio-
           un documento “fotografi co”, dotato di un “positivo” e   ne. Ed ecco, mi sembra che guardando questo sacro
           di un “negativo”. E in effetti è proprio così: il mistero   Telo con gli occhi della fede si percepisca qualcosa di
           più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno   questa luce. In effetti, la Sindone è stata immersa
           più luminoso di una speranza che non ha confi ni.     in quel buio profondo, ma è al tempo stesso lumino-
           Il Sabato Santo è la “terra di nessuno” tra la morte   sa; (…) se migliaia e migliaia di persone vengono a
           e la risurrezione, ma in questa “terra di nessuno” è   venerarla è perché in essa non vedono solo il buio,
           entrato Uno, l’Unico, che l’ha attraversata con i segni   ma anche la luce; non tanto la sconfi tta della vita e
           della sua Passione per l’uomo: “Passio Christi. Passio   dell’amore, ma piuttosto la vittoria, la vittoria della
           hominis”. E la Sindone ci parla esattamente di quel   vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono sì la
           momento, sta a testimoniare precisamente quell’in-
                                                                                            continua in ultima pagina...
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